Lo scenario:
Prendere parte alla spedizione Rio Torretta 2023 è stata sicuramente una sfida. Luigi Casati è un veterano di questa grotta e non potevamo aspettarci una guida migliore a capo della spedizione.
La grotta è spettacolare, ricca quanto insidiosa e offre scenari stupendi sia in immersione che nei tratti aerei. I tre sifoni sono separati infatti da parti aeree respirabili ma molto disconnesse che costringono gli speleosubacquei ad avanzare con estrema difficoltà tra enormi massi, strettoie e lastre scivolose. Alcuni tratti in cui è possibile camminare in posizione eratta si alternano a passaggi in cui è necessario letteralmente strisciare all’interno di fessure alte anche solo 80 centimetri. Avanzare in questo ambiente trasportando attrezzature pesanti completamente al buio comporta uno sforzo fisico non trascurabile.
fattori ambientali
Il freddo (la temperatura dell’acqua è intorno ai 9 C°) è un fattore da tenere in considerazione.
Anche semplici azioni come premere un pulsante non possono essere date per sontate quando si opera nel buio più totale della grotta. Ogni operazione va pianificata e verificata.
I passaggi stretti rappresentano difficoltà continue e pericolo di rotture da non sottovalutare.
La camera subacquea è relativamente maneggevole in acqua ma oggettivamente difficile da maneggiare negli spazi aerei implicando ulteriore sforzo fisico.
le scelte tecniche:
Raggiungere il secondo ed il terzo sifone con camere subacquee diverse da una action-cam indossabile è apparso subito impegnativo.
Il nostro obiettivo era quello di riuscire a fotografare lo scenario in cui Gigi è abituato ad avanzare, utilizzando attrezzature e tecniche fotografiche che normalmente non si riescono ad utilizzare in ambienti così difficili da raggiungere.
l’illuminazione:
Abbiamo voluto andare un po’ oltre ciò che di solito si considera un compromesso necessario per le condizioni.
Nella maggior parte dei casi infatti, quando si opera in ambiente ostile, si individua un set up ‘point and shoot’ e si riducono le operazioni manuali al minimo.
In questo caso una scelta basata su automatismi avrebbe certamente mal gestito il contrasto tra le rocce più vicine alla macchina e la profondità più oscura di molti anfratti. Per centrare l’obiettivo di rendere lo straordinario scenario naturale abbiamo usato luci flash sia in-camera che off-camera mixandole anche con le luci frontali e le altre luci continue utilizzate nella progressione.
Questa situazione di luce mista ha implicato l’uso continuo di parametri impostati manualmente oltre che il piazzamento di luci in posizioni adeguate ma il risultato fotografico sembra aver premiato i nostri sforzi.

credits:

 Exploration leader: Luigi Casati

media production: digitalmovie.it
underwater filming: Andrea Mescalchin
underwater photography: Matteo Mescalchin