la mia motivazione
Esiste un relitto più famoso del Titanic? certamente no.
Famoso anche per i non subacquei, il Titanic è senza dubbio l’icona per eccellenza della misteriosa nave sommersa, la meta irraggiungibile più ambita per tutti.
Al termine di un percorso di addestramento lungo ed intenso, che mi ha portato ad essere pienamente operativo anche oltre i -100 metri di profondità, è arrivata la proposta da parte di Aldo Ferrucci di prendere parte ad una spedizione sul relitto del Britannic la nave gemella del Titanic, altrettanto affascinante e misteriosa.
Inizialmente avevo considerato le immersioni della spedizione come una sfida personale. L’immersione sul Britannic, relitto esplorato per la prima volta dal leggendario Jacques Cousteau nel lontano 1975, è ad oggi considerata tra le mete più ambite, difficili e pericolose anche per un subacqueo esperto di relitti sommersi in mare aperto.
Poco tempo dopo aver ufficialmente accolto l’invito a partecipare alla missione Britannic, l’incarico è diventato una missione lavorativa. Contattato da una casa di produzione televisiva estera che voleva produrre una puntata sul Britannic, quella che era iniziata come una sfida personale non solo si è trasformata in una produzione professionale ma anche di fatto alzando l’asticella dell’obiettivo da centrare.
Il lavoro di preparazione a quel punto è cambiato radicalmente ed ogni dettaglio diveniva di vitale importanza mantendo due aspetti sempre ben presenti: il primo la gestione di tutta l’immersione estrema ed il secondo la gestione tecnica per la ripresa.
La mia ambizione era chiara: gestire lo shooting a -120m sul relitto del Britannic senza scendere ai compromessi tipici di riprese in situazioni estreme ovvero affidandosi a sistemi automatici più o meno sofisticati come sistemi ‘point and shoot’ bensì affrontare lo shooting con il massimo livello di cura dell’immagine sia dal punto di vista tecnico che visuale. Ho dedicato un anno di lavoro, tra preparazione fisica, mentale, di tecnica subacquea e di ripresa, che mi ha consentito la gestione ottimale di due immersioni con 30 minuti di tempo di fondo sul relitto per lo shooting e altri 210 minuti per completare la risalita.
Le difficoltà e la sicurezza
Il relitto del HMHS Britannic è lungo 269m, e giace sul fondale a -120 metri di profondità al largo dell’isola di Kea nel tratto di mare tutt’altro che tranquillo antistante Atene. La nave è adagiata sul fianco destro, le infrastrutture di coperta sono parzialmente crollate per la posizione inclinata e per la corrosione, anche se il relitto dopo 101 anni dall’affondamento del 21 novembre 1916 si conserva molto bene al contrario del Titanic che si sta invece velocemente sgretolando.
La corrente incontrata nella prima immersione era tale da essere contrastabile solo con lo scooter alla massima potenza, anche perchè il mio scooter, grazie alla partenership con easydive per accessori e custodie è attrezzato con luci e camera da presa offrendo quindi all’acqua una superficie d’impatto notevole in termini di idrodinamica.
Essendo quel tratto di mare piuttosto agitato e trafficato, la permanenza per le 4 ore di immersione in mare aperto era supportata da una barca d’appoggio e da un gommone per le emergenze e la Guardia Costiera Greca aveva diramato un avviso ai naviganti chiedendo di modificare le rotte per limitare il traffco sul punto. Per tutto il resto, l’immersione andava gestita in completa autonomia ed indipendenza dalla superficie, ogni eventuale problema si fosse presentato doveva essere risolto sul fondo. Per motivi di sicurezza, ma anche perchè a me piace molto la presenza scenica di altri subacquei in alcune inquadrature e anche per la gestione della luce off camera, è opportuno affrontare questo tipo di missioni in team. Un grazie speciale quindi al mio buddy Enrico Bortolotti e a tutti i partecipanti della spedizione: Aldo Ferrucci, Marcello Bussotti, Roberto Strgar Hammer, Denise Brusoni Puma, Massimo Canali, Flavio Fanelli, Ced Le Dric, Paolo Bagordo, Chirs Rivolta Kaveman, Renaud Jourdan, Ella Moreschi, Caroline Dumas.
ll successo finale, le pubblicazioni
Questa impresa, personale, professionale e dell’intero team, rimarrà a lungo come il maggior successo ad oggi raccolto e lo testimoniano sia il numero di views sul nostro canale YT che le molte richieste ricevute per il licensing del materiale video girato evidentemente ben fatto. Infatti tra i diversi license agreements, anche National Geographic ha chiesto le nostre riprese sul relitto della più grande nave passeggeri affondata nel mediterraneo.
Andrea Mescalchin